#copyrunner Runtolo
Si scrive Runtolo. Si pronuncia Rantolo. Chiamatemi Runtolo, quindi: un copy, un runner, un nano all’ultimo respiro. Nel mio blog troverete storie estreme, di quando al cervello arriva poco ossigeno, di quando sono prossimo al rantolo, appunto. Storie di quando la fatica annebbia la vista o semplicemente ci vedi poco perché, come stamattina, domenica di Pasqua, ho dimenticato gli occhiali a casa e la guida era un mio amico di Ravenna, Filippo, che naturalmente non conosceva la strada da fare. Così, percependo la realtà come se mi fossi trovato all’interno di un quadro impressionista, abbiamo corso lungo il Torrente Varenna, che poi è l’anagramma di Ravenna. Gli ho mostrato, si fa per dire, i luoghi dove mio nonno Pietro, che all’anagrafe faceva Gioacchino, coltivava i suoi orti in località Tre Ponti, davanti alla cascata sotto il ponte di pietra, tra le ville con le facciate in tinta pastello, che io percepivo come macchie di colore. Il mio amico Filippo è un avvocato. Correndo mi diceva che anche loro fanno fatica a incassare le fatture. Io, che non faccio un mestiere rispettato come il suo, pensavo che allora sono veramente tempi duri. Così gli ho raccontato di quando ho chiesto informazioni per andare a fare il pescatore di merluzzi in Norvegia, un paio di anni fa, ma mi hanno sconsigliato perché non è un mestiere per chi nella vita, come massimo sforzo, ha schiacciato solo dei tasti su una tastiera e spostato un mouse.