Vecchi leoni
Ci siamo fissati negli occhi come due vecchi pistoleri. O come due vecchi leoni stanchi e incrostati di sudore come scogli, grossi scogli, che si ritrovano alla pozza, ma in una savana d’asfalto. Qualche lungo secondo di silenzio, mentre la fontanella in fondo a via Cassanello continuava a sgocciolare, poi ci siamo riconosciuti. Lui è cambiato poco, a dire il vero.
Quando ritrovi un tuo “fra” è come se fossero passati pochi giorni dall’ultima volta. Se non ricordo male era dalla Mezza Maratona di Genova del 2013 che non vedevo il mio amico Dario. Abbiamo fatto il militare insieme. Marina. 9° 90. Congedati a ottobre 1991. Corre anche lui.
Come due vecchi reduci ci siamo raccontati un po’ di storie di rotule in fiamme, di tendini d’Achille che ci implorano pietà, di figli e di lavoro. E come due vecchi marinai che sanno che le correnti li porteranno su rotte diverse ma destinate a incrociarsi, ci siamo ripromessi di correre la prossima Maratona di Firenze, di tenerci in contatto e di passare la vigilia insieme per farci qualche birra preparatoria. Sappiamo entrambi che sarà difficile ritrovarsi là. Lasceremo fare al caso. Che poi è più bello.
Ci siamo stretti la mano e poi ognuno per la sua strada, facendo ripartire il cronometro. Penso che anche lui avrà ripensato alle miriadi di cazzate dette e fatte durante quell’anno. Quando, per esempio, piantonando un seggio elettorale, abbiamo raccontato a una signora che si fermò a parlare con noi, che eravamo due reduci di Desert Storm, la madre di tutte le ultime guerre nel medio oriente. Io, forse,ho avuto più tempo da dedicare ai ricordi. Mi mancavano ancora 4 o 5 Km per completare il programma di allenamento. A lui poche centinaia di metri. L’ho invidiato.
In teoria avrei dovuto fare due volte un circuito di 17 km, ascesa sul Mostro compresa. Al ritorno sul lungomare, però, ero molto stanco e cominciava a fare caldo. Così ho accorciato il percorso, salendo comunque fino alla Vetta, per un totale di 30 km e 750 metri.
Arrancando con le gambe dure, sognavo acqua e magnesio. Ho finito in 3 ore 15 minuti e 48 secondi. Senza la sosta avrei guadagnato qualche minuto, ne sono sicuro, ma non era oggi che dovevo andare forte.
Mancano esattamente 60 giorni alla Maratona di Zermatt. Più si avvicina, più i miei pensieri si riempiono di numeri di tabelle di marcia, di calcoli che svaniscono dietro a una curva e ritrovo appesi ai rami degli aranci selvatici di Viale Modugno.