Oggi non perdiamo
Ho il cervello completamente vuoto. Nessun pensiero. Nessuna sensazione. Parte il cronometro. Leggera salita fino al Risveglio, con il mare che sembra ancora un po’ arrabbiato da ieri. Il marciapiede è stretto e dissestato fino alla Biomedical. Poi comincia la nuova passeggiata di Prà. Arrivo alla rotonda del Mortaio (quello per il Basilico) a Palmaro e torno indietro, attraversando i Giardini Dapelo, fino alla foce del torrente San Pietro. Scendo sulla Fascia di Rispetto e la percorro fino in fondo, bordeggiando le due sponde del canale di calma. Torno indietro fino alla passerella di legno all’altezza della Stazione del treno. Altro giro, altra sessione da 5 km. Quando passerò di nuovo di qui, sarò al Km 19. Gli ultimi due sono quelli che riservano più curve e più salite. Ho il cervello completamente vuoto. Nessun pensiero. Sensazione di stanchezza. Sento le gambe un po’ appesantite dall’acido lattico. Il voltino della ferrovia. La salitella spacca gambe per tornare sulla Via Aurelia. Il cavalcavia ferroviario sgocciola ancora dopo il diluvio di ieri. Una goccia mi entra nella scarpa. Che sincronia spazio temporale deve realizzarsi perché una goccia d’acqua entri perfettamente in una scarpa per espandersi tra la pianta del piede e la soletta interna senza toccare nient’altro prima? Ecco un ottimo argomento a cui pensare nell’ultimo miglio e per distrarsi dalla fatica. C’è gente alla fermata che aspetta il bus. Mi guardano. Non si spostano. Spero che almeno rimangano fermi, perché il marciapiede è largo appena mezzo metro. Ma ecco che uno, forse per comunicarmi la teoria della sincronia della goccia, si muove verso di me. Devo saltare in strada per non abbatterlo. I pensieri sulla fisica di una goccia si trasformano in maledizioni verso il fenomeno che mi ha sbarrato il passo. Sull’Aurelia c’è traffico adesso. Si respira piombo. La salita verso il Risveglio sembra più ripida dopo 20 Km e mezzo. Ma tengo la frequenza, scalando come una moto. Scollino. 5 minuti e 8 l’ultimo km. Non ne ho più. L’auto posteggiata sulle strisce davanti all’Arca di Noè (un pet shop) è ancora lì. Devo conservare la lucidità per centrare il varco e lanciare la volata. La signorina con il cane, mi lascerà lo spazio. L’outift da sportiva ce l’ha. Magari è una runner, magari mi lascia lo spazio. Magari capisce che la mia unica alternativa è farmi investire dalle auto che procedono in direzione Levante. No. Devo fermarmi io. E ripartire da fermo per gli ultimi 100 metri. Blocco il cronometro: 1h 42′ 57″ per 21 km e 110 metri. Dall’ultima volta ho guadagnato un minutino e quaranta secondi. Un’altra volta sotto i 5 minuti a Km di passo. Erano 4 anni che non andavo così. Mi selfo. Respiro. Riparto. Soddisfatto. Il cervello si riempie di pensieri. Devo andare all’Ikea con moglie e figlia. Devo fare presto. Ho sete. Il Genoa si gioca la salvezza. Ci sono ancora 4 partite, 12 punti in palio, ne abbiamo 5 vantaggio. Se oggi vinciamo è quasi fatta. Se pareggiamo e gli altri vincono, Uhm. Se perdiamo…No, belin, dai, oggi non perdiamo. (Comunque, per cabala, l’ho postato nel post partita. Per cabala).