Vecchi amici al bar
Cerchiamo l’estate tutto l’anno e all’improvviso eccola qua. Non quella bella, mediterranea, con il sole caldo e il vento secco. No. Arriva la Macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia…come dice il poeta. Un’umidità monsonica che riesuma dolori e acciacchi che saltano fuori come vecchie cartoline quando riordini un cassetto.
Provo affetto per le infiammazioni al rotuleo e al tendine d’Achille. Sono puntuali come gli auguri di buon anno della mia mamma la mattina del primo gennaio. Ero quasi preoccupato che non si fossero ancora fatti sentire a meno di un mese e mezzo dalla Maratona di Zermatt. E, invece, era solo questione di tempo.
Non è un caso che abbiamo raggiunto in prossimità del Viale della Rimembranza. Mi hanno accompagnato per tutto l’allenamento, 11 km da casa alla Fascia di Rispetto e ritorno.
Ce la siamo presa con calma e ce la siamo raccontata come vecchi amici al bar: tre biancamari per brindare alla nostra reunion, neanche fossimo i Pooh. Hanno deciso di fermarsi a cena e per la notte. I dolori, non i Pooh. Ma è meglio così.