La tragedia e lo spirito della corsa
Ieri, con Fabrizio, ho finito il montaggio del video promozionale dell’Alvi Trail 2017. Le immagini sono molto spettacolari e fanno venire voglia di iscriversi a questa gara che partirà il 10 giugno prossimo, percorrendo l’Alta Via dei Monti Liguri da Portovenere a Dolceaqua. Una sciocchezzuola di 370 Km, con 14.000 metri di dislivello sui sentieri del nostro Appennino, che è l’esatto specchio del nostro carattere. Duro, ostico, che non ama e non è amato chi mente a se stesso e agli altri.
Stamattina mi è venuta voglia di vera Liguria, di sentirmi me stesso. Sono andato a correre su uno dei miei percorsi classici: da casa al Ponte dei Chiesini (sulla strada di San Carlo) e da lì al Castelluccio, per salire a Torre Cambiaso e oltre, fino a Pian delle Monache, che in genovese si dice Ciàn de Monaghe. Da lì, discesa alla Vetta e poi picchiata fino alla Piscina della Rari Nantes in riva al mare.
È bellissimo passare da un sentiero alpino alla Via Aurelia, dall’inferno al Paradiso, dalle serre del mitico basilico di Prà alle ville ibn stile Liberty di Viale Modugno, costruite quando Pegli, un secolo fa, era un centro turistico di classe internazionale. Ma i tempi cambiano e cambiano pure i miei. Con il caldo non è stata neppure una scelta quella di rallentare. Il mio fisico s’è solo adattato alla umidità tropicale e alla violenza dei raggi del sole.
Ho cominciato alle 9 e finito quasi alle 11. Tardi, lo so, ma devo acclimatarmi. Se a Zermatt ci sarà la stessa temperatura di 2 anni fa, quella di oggi al confronto sarà stata una sgroppata in una fresca mattinata di primavera.
Correndo, stillavo sudore e stilavo tabelle di marcia. Mi proiettavo con la mente ai tratti più duri della maratona, cercando una comparazione in tempo reale con le pendenze positive e negative che stavo affrontando.
Ho camminato sul mostro e ho alternato passo e corsa fino a Cian de Monaghe. I cambi di ritmo e le forti pendenze sono molto allenanti, specialmente per la mente, che deve trovare il giusto equilibrio tra la voglia di strafare e l’istinto di resa.
Mancano solo 28 giorni alla gara. Non vedo l’ora di affrontare la prova. Sarà una catarsi, l’evacuazione fisica e psicologica di una tensione che cresce. La tragedia e lo spirito della corsa. Un mix di poetica aristotelica ed estetica di Nietsche, una specie di soluzione magnesio-potassio per reintegrare i sali minerali consumati.