#copyRuntolo

#copyrunner A sensazione

Sui monti non è mai primavera: o è inverno o è estate. I monti non sono per i compressi: o è salita o è discesa. Stamattina, mentre arrancavo su per Torre Cambiaso e sul Mostro, pensavo a quei ragazzi che più di 70 anni fa hanno scelto di stare dalla parte dell’inverno e della salita. I partigiani che hanno scelto di combattere la volontà di potenza, l’ideologia che ha ispirato la più orrenda delle dittature, perché basata sulla sopraffazione, sulla giustizia intesa come l’utile del più forte. Ci voleva coraggio a fare questa scelta. L’inverno del 1944 dev’essere stato durissimo. Le fotografie del 25 aprile del 1945 ci mostrano uomini e donne avvolti in cappotti pesanti, con i volti scavati e fisici asciugati dalla fame e dal freddo. Pensavo a loro. Alle staffette partigiane che di corsa, a piedi, in bicicletta, scalavano le montagne per portare messaggi e armi e la speranza di un Paese libero da un’ideologia  disumana. Mi tornava alla mente, confusa mente, perché il percorso era molto duro e la fatica ottundeva il pensiero, la figura di Trasimaco del I libro della Repubblica di Platone: il personaggio che ho sempre identificato come il fascista ante litteram. Trasimaco, se non ricordo male, sosteneva che la giustizia è un bene di altri, mentre l’ingiustizia giova a se stessa e la tirannide è la migliore forma di governo. Devo andare a ripassare, ma credo di non sbagliare. Poi, però, sono arrivati, come una piccola liberazione, lo sterrato sopra il percorso verde di Pegli 2 e la discesa ripida per raggiungere la strada che porta alla Vetta. E allora ho chiuso La Repubblica e mi sono concentrato  sui miei passi, per non finire a pelle di leone sul percorso e magari lasciarci una costola come già successo in passato. Stanchissimo ho proseguito a sensazione, che poi non è altro che un modo elegante per dire “piano”. Correndo a sensazione c’è tempo e modo per godersi i profumi di resina della pineta e le infiorescenze che i nasi dei sommelier ritrovano nei vini. Correndo a sensazione facevo proiezioni sul passo gara da tenere alla Maratona di Zermatt, con l’accento sulla a, o senza spingersi troppo avanti nel tempo, su quello da tenere domenica quando questo giro di 17 km dovrò ripeterlo una seconda volta. Correndo a sensazione non potevo che tornare a quei ragazzi di 70 e passa anni fa. Una corsa di Resistenza è il mio modo per ringraziarli di questa meravigliosa sensazione di libertà che sto provando ora.